Ero partito con l’idea di parlare di UN singolo cortometraggio horror. Del suo autore e del suo grande potenziale, un tipo brillante che si era distinto in un genere ormai spremuto in lungo e in largo. Poi ho approfondito il repertorio di questo regista (e capirete quanto sia riduttivo chiamarlo così!) … e… un solo accenno non era proprio cosa…
Il Re Davide è ormai storia e Copperfield è forse sparito nelle sue stesse illusioni, ma dalla silenziosa e gelida Svezia ecco spuntare ancora quel nome: David. Nello specifico: David F. Sandberg . Cine-aspiranti che state leggendo, donne, uomini, nonni e nonne, grandi o piccini, segnatevi questo nome; per tutti voi deve diventare motivo di stimolo e d’ingegno senza scuse di sorta.
Questo omone svedese, dalle sembianze pigre e gentili di un orso della Disney, è riuscito a centrare in pieno l’essenza del cortometraggio. Nel suddetto caso, del genere horror. Dettaglio non trascurabile e certamente gli aspiranti autori sanno quanto sia importante la scelta tra i generi nel cinema “di genere”.
Nel 2006 David e la compagna Lotta, stravolgono la sala dove solitamente una coppia si adagia a fine giornata (cercando di recuperare in pace il tempo speso al lavoro) e decidono di dare vita ai loro sogni di videomakers e videoblogger, sfruttando il loro appartamento di Goteborg al solo fine si spaventare e coinvolgere le persone. Sposta un mobile Ikea qui, accendi l’abat jour, sposta il tavolino e cammina più deciso sul parquet; poi aggiusta tutto con arte sapiente in post-produzione e il gioco è fatto: Lights Out.
Nel giro di pochi mesi, milioni di visualizzazioni. Sandberg insiste perché è la passione a smuoverlo e con il solo ausilio NERDiano che fa la differenza, gioca con gli spazi, le luci e le ombre, passa ore a editare i suoi lavori con i software e gira una serie di brevi cortometraggi horror che lasciano il segno. Poi un giorno, in cui probabilmente stava meditando sul prossimo angolo della casa che divenisse location per un nuovo corto, squilla il telefono. E’ Hollywood!
Non stiamo qui a osannare un’industria che non ha bisogno di ulteriore pubblicità e che ci regala tanto ma di cui anche tanto potremmo fare a meno. Ma, ragazzi, chi di noi tutti non sogna una cosa del genere? Al telefono parla James Wan che lo informa dell’interessamento a produrre un lungometraggio del suo corto più famoso e lo invita nella capitale del cinema mondiale: Los Angeles.
David e Lotta lasciano congelare il loro appartamento di Goteborg e partono per il più mite clima californiano. Ora sono lì. Luglio 2016 è la data da segnarvi se imparerete ad amare questo autore o, in generale, se avrete voglia di guardarvi un nuovo e interessante film horror indipendente.
Nel frattempo, gustatevi tutti i suoi brevi ma efficaci lavori e leggete il prossimo articolo in cui vi mostreremo qualcosa di ancora più divertente e ammirevole, ovvero, come una persona capace non abbia nessuna riserva di mostrare le proprie carte ai giocatori dello stesso tavolo, mostrando idee, invenzioni, software e tecniche in generale (nel caso specifico, figlie di un certo ingegno e caparbia notevole…) che dimostrano come ognuno possa arrivare a grandi risultati, se davvero lo vuole.
Thanks, friendly vikings!
Quasi dimenticavo! David ha realizzato molti brillanti lavori di animazione ed altri social/fantasy di cui ci sono poche tracce sul web… ci vediamo nel backstage!
@keysersoze ahahah! decisamente, si sono trovati… bentrovato Keyser!
Bassissimo budget, buone idee e una fidanzata da sposare!