The Big Shave

(1967) di Martin Scorsese

Fresco di laurea, con l'accademia di cinema appena conclusa e 2 cortometraggi scolastici molto promettenti, il giovanissimo Scorsese riceve la prima grande occasione. Dall'Europa, dove ha già raccolto importanti estimatori, arrivano i finanziamenti per un progetto di 6 minuti.

Nasce così The Big Shave, corto di durissima protesta verso la guerra in Vietnam che vede, in un'unica soluzione di tempo e spazio, l'autolacerazione di un giovane alla ricerca di un'immagine sempre più pulita ma mai appagato da essa. Critica al contempo di un'America belligerante e autodistruttiva e di una società "civile" che cerca di ripulirsi dalla dimensione, apparentemente lontana, della guerra.

Un ritratto (in questo caso metafora perfetta) che anticipa anche uno dei temi cari al regista, l'individualismo dell'uomo moderno e del sogno americano, autodistruttivo e narcisista, che si completa e si logora allo stesso tempo nell'immagine riflessa di se stesso.

Ricco di simbolismi sia visivi che sonori (la canzone in sottofondo è la colonna sonora di una pubblicità USA del 1939, anno in cui iniziava la II Guerra in Europa e di cui il popolo americano ignorava l'esistenza...) è la prima evidente traccia di un regista che avrebbe segnato almeno quattro decadi di cinema negli anni a venire.

 

the big shave